La trama di Lo spazio che ci unisce
Regia di Peter Chelsom. Con Britt Robertson, Carla Gugino, Gary Oldman, BD Wong, Asa Butterfield, Janet Montgomery. Fantascienza. Stati Uniti, 2016. Dura 120 minuti.
Mentre è impegnata in una missione su Marte, un’astronauta scopre di aspettare un bambino. Quando arriva il momento del parto, il bambino sopravvive, la mamma no.
Questo figlio del Pianeta Rosso si chiama Gardner. Per via della gravità differente rispetto a quella terrestre ha un cuore debole e quindi si ritrova costretto a crescere su Marte. Arrivato all’età di sedici anni, però, convince i medici a provare su di lui delle cure sperimentali che possano permettergli far ritorno sulla Terra. Una volta tornato sul Pianeta Blu, Gardner si mette in contatto con una ragazza con cui aveva fatto conoscenza sull’Internet.
I due si mettono alla ricerca del padre di lui, di cui il ragazzo ha solo una vecchia foto.
La metafora è abbastanza trasparente: l’adolescenza come condizione di estraneità totale rispetto al mondo degli adulti, gli adolescenti letteralmente come marziani.
Protagonista è l’inglese Asa Butterfield, attore che ha avuto ruoli importanti fin da giovanissimo.
Nella pellicola gli fa da contraltare Tulsa, una ragazza che umanamente è il suo contrario: una disinibita e tosta, che non si fida di nessuno, soprattutto degli adulti.